Dieta, a casa di Nadia, vuol dire pesce al cartoccio e broccoletti di Bruxelles, un bicchiere di vino rosso “La Garibalda” di Renato Boveri e chiacchiere in libertà, amarcord, buoni propositi. Due Palle, nel senso di un soprannome – Palla (di lardo, dal sergente Hartman) – che (con)dividiamo entrambe da tempo immemore. Rotolo a Molare, sulla collina ovadese, e ogni volta è la stessa magia: arrivo provata e incasinata e tra un brindisi e una risata, con Palla, si finisce sempre per ridimensionare i drammi, o ridipingere le pareti (è capitato anche questo: di stappare una Barbera e schizzarla tipo Pollack sul muro bianco della cucina), o prenotare viaggi (quello in Grecia nacque in una sera da disperate), o festeggiare l’anno che verrà (è accaduto per il 2016). Il vino (o le grappe, o il pastis, o l’ouzo, dipende dalla dieta) è il fil rouge. Questo rosso arriva da Renato Boveri in persona, il patriarca del Timorasso, 94 anni e 84 vendemmie (un’emozione conoscerlo nella sua vigna che ha un secolo qui il reportage per La Stampa): mi fa venire in mente la concretezza contadina, e la saggezza di certi padri, come quello di Nadia, ad esempio, che una volta disse: “Potreste nuotare nell’oceano e invece affogate in un bicchier d’acqua”. E per me fu una frase folgorante.
Partecipanti, 2: io, e Nadia (Palla)
Un brindisi semplice, “alla nostra amicizia”, io aggiungo alla “casa di Nadia, quel luogo dove si sciolgono i nodi (e noi di nodi, pure ai capelli, ce ne intendiamo: w le pieghe dal parrucchiere)”.
