Un giorno senza scrivere, 24 ore senza leggere, impegni annullati, pensieri spenti, orologio nel cassetto: ecco la mia personale “giornata nazionale della pagina bianca”. E’ quella che separa un capitolo da un altro, senza parole, vuota. Ma indispensabile. Un pit stop, fisico e mentale. Silenzio. Amata solitudine, cantava Battiato. C’è chi lo chiama “anno sabbatico” quando invece di 24 ore dura 365 giorni. A me basta un giorno ogni tanto, meglio se vissuto da barricata in mansarda con vista tetti, quando fuori piove, fa freddo e il cielo è plumbeo. Concessi solo blitz di amiche care e fusa di gatto rosso. Tutto il resto… è brindisi. Con un Moscato d’Asti dei Produttori di Moscato d’Asti (Eccoli), 3,5° di pura dolcezza, “da bere prima di andare a dormire, al posto della camomilla: fa fare sogni dolci” (è il mio consiglio).
Partecipanti, 1: io.
Un brindisi per “la pagina bianca”, e in generale per tutte quelle volte che si riesce a pensare a se stessi, fermarsi se se ne sente il bisogno, trovare il coraggio di riposarsi senza sensi di colpi, ritrovarsi.