E’ un aperitivo al volo, per colpa di un imprevisto, ma il tempo è sufficiente per alzare i calici, riempiti di Bonarda dell’Oltrepo pavese, il mio (impossibile capirne la marca: anzi, se qualcuno la riconoscesse dalla foto, può dirmela) e Ruché Selezione26, Montalbera, quello di Francesca (è a Castagnole Monferrato: cliccate qui). “Il solito” – dice la barista che ci conosce – nel “solito posto”, il Nos3ss di Alessandria, un bar dove il bancone degli stuzzichini ci dà sempre discrete soddisfazioni. Cominciamo con un piattino e un resumé veloce delle nostre vite (non ci si vede da tempo). Con Francesca non c’è mai giudizio, neanche quando si scivola su una buccia di banana, ma sempre comprensione profonda, e l’assoluta convinzione dei nostri passi (avanti, anche se lenti) verso un po’ di meritata felicità, un percorso scandito, a volte, da difficili “sì” e faticosi “no”: riuscire a dosarli ed esprimerli con tempismo perfetto, in faccia a chi se li merita, ci induce a far squillare i bicchieri, contente di noi.
Partecipanti, 2: io l’amica Francesca.
Un brindisi per i “sì e i no detti al momento e nel modo giusti”. Sembra facile, ma per chi è “dolcemente complicato” pensare “no” e dire “si”, o viceversa, è una trappola (mentale) nella quale si può cadere.
