C’è odore di sale e di pesce, di umido e di gasolio da barca, di nuvole e frittura, c’è un ponte volante che cigola, gabbiani nervosi, e “belandi” che il vento porta dai tavoli vicini. E noi, “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi mentre guardiamo Genova”… (ascoltatela qui: è di Paolo Conte ed è bellissima): è una giornata apocalittica, il cielo è “Sturm und Drang“, tempesta e impeto, coerente con il nome del locale, almeno nella sua seconda parte, Banano Tsunami (eccolo qui) al Porto Antico. Restiamo all’aperto, sul pontile: ci scaldano i calici, il mio è riempito di Primitivo Acanto delle Cantine Ionis, 13,5°, del 2015 (qui trovate l’azienda, che è a Martina Franca, nel Salento). E’ un vino corposo, che profuma di prugna e dà sul viola (s’intona al cielo di Genova), medaglia d’oro al Concours mondial de Bruxelles. Ci accompagniamo con salame, mortadella e frittelle. E parole. E profumi: chi fa il Prosit con me mi svela di sentirci, dentro il suo bicchiere, gli odori più strani, funghi, erba bagnata, bosco, terra, ma lui ha un Dolcetto, e in cantina ci lavora (da generazioni). Io, nel mio, ci sento solo i raggi di sole della Puglia.
Partecipanti, 2: in realtà sono con diversi esperti/e di vino, ed è uno schioccare di bicchieri continuo, ma il brindisi è solo con la persona (anonima) che mi ha raccontato i profumi del suo calice.
Un brindisi per… “il mare e le fughe corte”, nel senso di brevi ma anche perché le faccio nel giorno di “corta” (la pausa infrasettimanale dei giornalisti si chiama così). Il mare d’inverno, con questo cielo da nord Europa, è una specie di balsamo anti-stress che funziona sempre.