Lasciamo modestia e umiltà parcheggiate in strada Bolla a Spinetta Marengo ed entriamo al ristorante La Fermata per far riposare i nostri cervelli surriscaldati, causa genialità. Le turbine delle meningi, con i brainstorming di altissimi livello ai quali ci sottoponiamo quasi quotidianamente, girano così tanto da rischiare il corto circuito. Per questo abbiamo bisogno di un pit stop degno di questo nome, e di ricompensarci. La Fermata (la trovate cliccando qui) è coerente e ideale (e brilla di luce stellare, Michelin: 1 astro). Serata sfacciatamente, ironicamente e intellettualmente snob: sicché brindiamo con niente di meno che uno spumante di nome Contessa Rosa (un Fontanafredda rosé, nato dall’unione di uve Pinot nero e Chardonnay – eccolo qui – fresco, da sorseggiare e annusare per poi sentenziare: “E’ frizzante”). Antipasti, ce ne arrivano due gentilmente offerti dalla casa: acciughina fritta nel cartoccio e cotechino con crema di lenticchie: “Buon anno a tutti”. Poi, la tradizione: cipolla ripiena al sale. Quindi i gnocchetti di patate con gamberi bianchi crudi. Pane, ovviamente. Acqua. E poi “ambient”: musica in filodiffusione, appoggia borsa (il gancio), un centrotavola con mini “zuccotti” e ghiaia verde (che chiameremo Casa), una dea greca stilizzata su una colonna in mezzo alla stanza. Il tavolo rotondo è da sei, ma io e Valentina ci avviciniamo perché non avendo amici immaginari e fidanzati fantasma con noi, in questo caso, ci sentiamo un po’ distanti. La zuccheriera è d’argento a tre braccia, et voilà: dentro, lo zucchero è già in formato bustine. Ci congediamo dopo il conto… stellare.
Partecipanti, 2: io e Valentina (amica e collega a La Stampa).
Un brindisi per.. “la genialità” e… “le stelle cadenti”: ci piace mangiare, ci piace mangiare bene, ma siamo severe nei giudizi, dunque in questo prosit c’è incluso un responso, e pure un desiderio (come ogni lacrima di San Lorenzo comporta) che come tale va espresso, ma non rivelato.